Ettore & Baldo di Stefano Milani

 

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venerdì, ottobre 31, 2008

Lucca Comics 2008

 

Una buona parte della banda di Balloons sarà presente a Lucca Comics truth about enzyte 2008 questo sabato primo novembre. Odorose di cellulosa, arrivano le prime copie di "Inkspinster" di Deco. Ho scritto l'introduzione e non posso esimermi dall'assumere anche le vesti del commesso di libreria allo stand della Grrrzetic, vicino all'editrice Silvana Ghersetti.

 

 

Con noi ci saranno anche alcuni degli autori di Strrrippit (troverete ancora alcune copie al bancone): Sauro Ciantini, Lido Contemori, Giuseppe Scapigliati, e Umberto Randoli collaboratore di Balloons (cercheremo di trattenerlo e sorreggerlo, un topo da fumetteria come lui in una fiera così soffre della sindrome di Stendhal aggravata da complicazioni consumistiche).

 

 

Siamo allo stand E161. Oppure immersi nel caos, sono tante le novità editoriali anche per le comic strip.

 

 

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mercoledì, ottobre 29, 2008

Gummer Street di Phil Krohn

 

Gummer Street di Phil Krohn prende in giro la tristezza umana. Può sembrare atroce ma è anche un modo di esorcizzare la malinconia.
Le strisce raccontano piccoli episodi, gag, di una micro comunità di quartiere. Molto anonima: depressione e mestizia sono sempre state globalizzate. Potrebbe essere una strada qualunque del mondo occidentale anche se l'ispirazione originale arriva da un sobborgo americano dove Krohn viveva.

L'ambientazione e i caratteri dei protagonisti, così, a prima vista, parrebbero deprimenti per il lettore, specie se le attese sono quelle di frizzi e lazzi. In realtà la miscela di sentimenti e ironia è amabile, l'umorismo c'è, anche se amarissimo. E c'è anche tanta poesia, umanità, compassione.

La serie è durata poco. Eppure ha conquistato vari cuori. Un successo tutto italiano perché sulla sterminata scena americana non è rimasta traccia in nessuna antologia e vani ora sono gli sforzi, con l'era di internet, nel cercare tracce con i motori di ricerca. Succede, anche nella musica (chi ha qualche anno in avanzo ricorderà ad esempio che i Genesis popolarissimi da noi erano sconosciuti sul mercato anglosassone, per non menzionare il caso dei Van Der Graaf Generator). Capita anche in altre arti che a volte, per contorti meccanismi di passaparola, un'opera sia amata in una sola nazione. E spesso abbiamo un libro, un disco, un posto che abbiamo amato quasi da soli.
Pura retorica aggiungere che avrebbe meritato di più. Vive nei ricordi di chi ha amato quel mondo melanconico.

Krohn disegna con un minimalismo molto simile a quello di Johnny Hart (B.C.) e Brant Parker ('The Wizard of Id', 'Crock', 'Out of Bounds' ). Una palazzina banale, minuta, popolare, semplice come una caverna. Talvolta assistiamo a dialoghi dalle finestre, luci accese o spente raccontano tutto. Sopra un terrazzo dove sperdersi, con un cielo stellato, in riflessioni alla "chi siamo, dove andiamo, da dove veniamo". L'ingresso con tre scalini dove sedersi, altro topos dei quartieri popolari. Avete mai visto un film dove la gente si accomoda davanti alle case dei ricchi? Muri appena tratteggiati delle strade, angoli dove incrociare le vicende, bidoni della spazzatura, antenne, comignoli. Un bar biliardo. Interni poveri con l'immancabile TV.

La striscia vive della forte caratterizzazione dei personaggi. Non troppo sfaccettati - qualche cliché ben noto - ma capaci di far entrare nei meccanismi del teatrino presto. Un cast di delusi, depressi, inconsapevoli di essere dimenticati.
Shirley e Darcy sono due donne di mezz'età, quella che ora non esiste più. Sfigate, bruttarelle, squattrinate, sole nei loro appartamenti. Accoppiate per contrasto. Shirley è pessimista, scettica, disincantata tanto quanto Darcy è speranzosa, disarmante nel suo ottimismo. Sono tappezzeria sociale, nessuno le nota più. Il guaio è che hanno sogni e frustrazioni, come tutti gli anonimi del mondo.

 

 

Harold, il poliziotto di quartiere è senza coraggio, rappresenta solo l'ordine ma non sa mantenerlo, né ha la forza di farsi rispettare. Stanco, solitario, maltrattato dal maltempo, sta giù in strada a prendere freddo.
Non ha mai catturato un ladro.

 

 

Ci sono poi i due bulli di quartiere, sfaccendati, passano le giornate a giocare a biliardo ma spesso Pops, il gestore dall' eterno sigaro in bocca, li butta fuori dal bar perché non ha hanno da pagarsi l'inedia. E allora ci sono i muri dove appoggiarsi e tentare di sembrare dei duri molestando i più deboli.

 

Web è un presunto scrittore, poeta, musicista e filosofo. Pretenzioso e ignorante quanto privo di talento, ossessionato dal suo ego. È un fallito ma ama credere di essere un incompreso. L'emblema della presunzione e dell'inconsapevolezza.

Sotto l'originale di Gummer Street del piccolo museo Balloons.

 

 

Piccola diversione sul problema della conversione linguistica delle strip. Qualche volta la traduzione è un po' troppo alla lettera, come nella striscia sotto. Il caso è "interesting". "Oh dear" è un'espressione cadenzata tipica delle vecchie generazioni, molto vicina al "My God" o "Dio mio" nostrano, tirata fuori davanti ad accadimenti sconvolgenti. In italiano suona un po' strano quel "O caro" ripetuto più volte.

 

Le tavole sono state pubblicate negli anni '70 su Eureka, allora diretto da Luciano Secchi. Con passione e probabilmente contro ogni aspirazione commerciale Secchi mise assieme una raccolta nel 1974 nella collana Eureka Pocket - Editoriale Corno - dal titolo "Fantasticherie e realtà di Gummer Street". Il volumetto tascabile può ancora essere reperito nelle bancarelle dell'usato o su Ebay. L'introduzione, scritta davvero con affetto, è firmata da Maria Grazia Perini, traduttrice anche dei testi.

 

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martedì, ottobre 28, 2008

Inkspinster

Inkspinster © Deco 2oo1-2oo8 E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autrice

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lunedì, ottobre 27, 2008

Palmiro di Sauro Ciantini

 

Abbiamo una striscia che porta il numero 002 e dalla legnosità del testo si intuisce.
Nel rivederla mi sono commosso: quella luna da gattapazza... la sintesi estrema raggiunta in quei palazzi e la bellezza rarefatta di quei retini R41.
La fidanzata lontana era ancora molto lontana e il paperello, ancora grezzo e underground, era quel che era: un anatroccolo piccolo brutto e nero.
La serie (che vedrete a partire da questo post) sul disegnare le strisce più in fretta possibile e poi correre subito al mare, o da qualsiasi altra parte lontano dal tavolo da disegno, nasceva da un'autentica situazione di stress da consegna - Comix era ancora a uscita settimanale - alla quale non ero ancora abituato.
Il Palmiro e il segno erano sempre diversi da striscia a striscia ma - a scanso di equivoci - era assolutamente intenzionale! Mi annoiavo a morte immerso in questa serialità settimanale. Spesso arrivavo a ritagliare, e poi appiccicare sopra le strisce, direttamente schizzi fatti al telefono o addirittura schizzi rubati ad altri amici disegnatori (vedi nella prossima i 3 panini volanti!).
Anche la numerazione, una striscia sarà la 4376, era messa assolutamente a casaccio. Questo lo dico nel caso un meteorite mi centrasse tra un minuto e a qualche folle venisse la voglia di ordinarle in ordine crescente.

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venerdì, ottobre 24, 2008

Inkspinster di Deco: anteprima del libro

 

Esce il libro di Deco. Gli appassionati di Inkspinster saranno finalmente contenti. Invocato tante volte arriva l'oggetto dei loro desideri. Sarà oltre le aspettative: è più di una raccolta di strisce della zitella.
Carica di disegnini e sfiziosità, contiene anche una sezione tutta a colori con le illustrazioni dell'autrice, apprezzabili ora a una definizione ben superiore di quella degli schermi. Ma anche tutti gli altri, i non addetti al culto, hanno una bella occasione per scoprire il mondo di Deco.

 

Riflessioni acuminate, dialoghi squinternati e commenti atroci, nessuno sta zitto in questo teatrino dai quadretti infiocchettati: papere, topi e altro bestiario, personaggi celebri e anonime spalle, ognuno ha da dire la sua, i protagonisti e le infinite comparse inaspettate, ma soprattutto la stessa autrice.


Le tavole sono raccolte in un abbecedario, ogni capitolo è aperto da una lettera disegnata che richiama il titolo della prima striscia successiva e il tema delle altre.

 

 

Uno sguardo alle pagine? Giusto per rendersi conto dell'aria che tira? Eccone una.

 

 

La prima possibilità per avere tra le mani il libro è Lucca Comics dove la editrice Grrrzetic sarà presente con uno stand. Altrimenti potete cominciare a ossessionare la vostra fumetteria o libreria. Tutte le coordinate per prenotarlo - questa è un'anteprima, il volume deve ancora arrivare ai distributori - sono riportate sotto. Potete ordinare il libro anche all'editore.

 

 

[ Deco * INKSPINSTER * 208 pp, b/n e col , ISBN 978-88-95287-07-2, € 15, Grrrzetic Editrice, vico valoria 40 r - 16123 Genova, www.grrrzetic.com - info@grrrzetic.com. Distribuito da Alastor, Pan Distribuzione, NdA e Del Porto Diffusione Libraria ]

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mercoledì, ottobre 22, 2008

Linus.net blog

 

Linus.net, il sito del omonimo periodico, ha assunto da qualche mese la forma di un blog. Un assaggio di strisce per ogni uscita mensile viene offerto ai commenti dei lettori. È una linea editoriale curiosa, atipica. Di norma le riviste hanno una versione web più tradizionale nella modalità del sito vetrina a sostegno della pubblicazione cartacea.
La forma blog sta diventando come un blob che inghiottisce tutto? È vero che i motori di ricerca amano i web log, specie perché per la loro origine come diari di solito hanno aggiornamenti continui facili da rilevare. I frequentatori più assidui di internet poi hanno ormai confidenza con i meccanismi dei tag e dei feed per selezionare e ritrovare i contenuti e le pagine.
In teoria linus.net potrebbe essere il più bel blog di strisce in Italia. Perle ai porci, Cul de sac, Peanuts, Monty, Doonesbury più tutti gli altri fumetti attualmente pubblicati su Linus. Le strisce vengono però aggiunte senza una cadenza regolare e non più di due post al mese per ognuna. Non potrebbe, del resto, essere diversamente altrimenti si finirebbe per riversare tutti i contenuti della rivista gratuitamente sul web. Il primo post di ogni strip è dedicato a una presentazione.
Altro aspetto bizzarro: non appare nessun commento appeso (né sembrano essere accettati). Tanto da far pensare che si tratti di un sperimentazione. Peccato. Nella tradizione di Linus sono rimasti celebri i sondaggi tra i lettori sul gradimento delle strisce, sin dai primi numeri. C'era un tagliandino da ritagliare e spedire alla redazione, i risultati finali arrivavano dopo mesi, altri tempi. Con bocciature clamorose come quella di Krazy Kat di Herriman (ma il gatto matto c'era abituato, ci vogliono decenni per apprezzarlo, negli USA era stato tanto negletto che oggi si fa fatica a ripescare originali e pubblicazioni storiche).
Insomma, poteva essere un occasione per consentire ai lettori di lanciarsi in sperticate dichiarazioni di amore oppure dire peste e corna delle strisce pubblicate. Per poi scegliere come meglio pareva le strisce, come sempre è stato.
Lascia perplessi anche l'uso di internet come banco del salumiere, con gli stecchini per assaggiare le strip, in fondo molto tradizionale anche nella modalità scanzonata del blog. A parte l'impossibilità, ovvia, come abbiamo detto, di dare dei contenuti paralleli a quelli che già troviamo sulla carta, sembra un'occasione persa. Le pagine web potrebbero regalare contenuti ulteriori e diversi, estendere la rivista, sperimentare, offrire altre tavole, disegni, strisce degli autori pubblicati ma anche di altri. Qualcosa di più, sempre nello stile della rivista, come lo era una volta in edicola Alter Linus e altre pubblicazioni parallele.

 

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martedì, ottobre 21, 2008

Inkspinster

Inkspinster © Deco 2oo1-2oo8 E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autrice

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lunedì, ottobre 20, 2008

Palmiro di Sauro Ciantini

 

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domenica, ottobre 19, 2008

“L’ultima estate” di Sauro Ciantini e Massimo Cavezzali

Questa settimana su Balloons sono mancati due appuntamenti con le strisce di Ditò e Stefano Milani, fuori in giro e di testa, fate voi chi. In compensazione, come fanno i giornali allegando raccolte di fumetti, vi impacchettiamo con cellophane web un racconto breve. Del resto un magazine di strisce come il nostro non può regalare come gadget che qualcosa di diverso dal fumetto. Una connessione comunque c'è: "L'ultima estate" è un lavoro di due disegnatori, Sauro Ciantini e Massimo Cavezzali. Serissimi, pur mantenendo nello stile un immarcescibile filo di umorismo e ironia, i due non sono nuovi al racconto giallo. Hanno già pubblicato lo scorso anno "Una busta per Grace" e, sempre per l'editore Neftasia, è attesa l'uscita del secondo libro "La collana di pulcini d'oro".
Come raccontano in questa intervista, il personaggio principale dei loro gialli anomali, Umberto Tatorino, "è un uomo che per puro caso si trova ad inciampare in un omicidio".
Il racconto di 24 pagine si legge in un'oretta, ve lo offriamo - in esclusiva - scaricabile, salvabile e speriamo apprezzabile, in versione pdf e documento word. Buon divertimento.

 

 

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venerdì, ottobre 17, 2008

Ciao Opus

Questa volta l'addio sembra definitivo. Berkeley Breathed annuncia la fine di Opus, il pinguino dal becco immenso protagonista di Bloom County. Forse sarebbe meglio dire la sparizione e tra poco capirete perché. La serie è stata molto popolare anche in Italia negli anni '80, pubblicata su Linus e in una piccola raccolta da Rizzoli - Milano libri nel 1988.

 

Riassunto delle puntate precedenti per chi non conosce l'autore e le vicende editoriali della sua striscia. Il momento di massimo fulgore arriva nel 1987 quando Breathed vince il Pulitzer come fumetto "editorial". Bloom County partita come strip di fantasticherie e gag con il tempo aveva miscelato anche satira acuminata, sociale e politica. I personaggi intervenivano nella vita comune, fondavano immaginari partiti politici e partecipavano alle elezioni, si facevano beffe di gente come Donald Trump, lottavano contro multinazionali come l'IBM. Tutto questo senza perdere mai le ambientazioni intime e surreali, le storie sghembe con alieni e vicini strambi.

 

Alla fine del 1989 il primo commiato. Breathed perde la pazienza per le limitazioni continue date dai quotidiani e dai syndicate, con strip giornaliere dai quadretti ridotti alle dimensioni di francobolli. Chiude la serie. Anzi, la trasforma in un'altra che esisterà solo nel formato grande delle pagine domenicali.
L'addio - come rivedremo sempre nello stile dell'autore, in una continua interferenza tra i due mondi paralleli, - viene vissuto dagli stessi personaggi. Organizza una festa in maschera per trovare lavoro in altre strisce ai personaggi che intende mollare. Una porticina nella casa della inquietante ragazzina Ronald Ann porta a un nuovo mondo fantastico: Outland. Nel territorio sconfinato e utopistico della nuova serie entrano alcuni personaggi. L'anarchia e la straripante immaginazione dell'autore sembrano aver trovato soddisfazione.

Dura poco. Outland, come a suo tempo Bloom County, picchia senza pietà, scarrozza fuori dal politically correct con facilità e spesso perde la pubblicazione nei quotidiani. Ancora una volta Breathed interseca le vicende editoriali con quelle dei suoi personaggi. Uno ad uno abbandonano la scena, per nuove attività: Oliver il genio del pc diventando ricco con le azioni della Microsquash (provate a indovinare il nuovo bersaglio arrivato sulla scena del business informatico), Dallas l'avvocato macho e perdente fa outing e va a vivere con uno degli omosessuali di Doonesbury. Persino la blatta Milquetoast, esilarante convivente del pinguino, trova collocazione come "computer bug". Ultima tavola con scena finale struggente: Opus raggiunge la mamma nell'artico e manda una cartolina allo stralunato amico Bill il gatto. 1995, Outland chiude.
(vi suggeriamo la scheda dedicata sui Ragnacci del web come recensione più completa della saga).

 

Per molti anni la band di Opus rimane nel firmamento delle migliori comic strip. Disegno raffinatissimo, umorismo e poesia, satira, una delle nostre preferite se ci si limita a contarle con le dita di una mano. Un ricordo da rivisitare: raccolte splendide negli scaffali, periodicamente riproposte dagli editori. Berkeley Breathed si dedica a pubblicare eleganti libri per l'infanzia, l'altra sua grande passione di sempre.

Alla fine del 2003 il ritorno inaspettato, questa volta targata semplicemente Opus. Alle condizioni dettate dall'autore che desidera spazi grandi per esaltare il disegno. Per capirci: su carta la riproduzione reale della tavola domenicale qui sotto è di 30 cm di altezza per 20 di larghezza, in un'area del genere ci stanno comodamente sei strisce del tipo giornaliero. L'abbiamo scelta per la divertente presa in giro della indifferenza delle nuove generazioni alla tradizione della stampa quotidiana. Opus chiede la sottoscrizione per il suo giornale (ha spesso vestito i panni del giornalista di cronaca, ma anche l'umile ruolo di chi raccoglieva assurde e spassose piccole inserzioni). Il ragazzo con un Mac sulla panchina gli chiede cos'è. Spiega Opus con toni epici: il giornale difende la libertà, contro la tirannia del governo. Sì, ma cos'è? Carta, risponde candido Opus. Sembra un Kleenex croccante, risponde ignaro il giovane.

 

A questo punto avete tutto per capire le dichiarazioni di Breathed riportate dal Washington Post, da diversi giornali web e riprese in Italia da Afnews.
L'autore descrive la sua strip come una combinazione di lirica alla Peanuts e aggressività alla Michael Moore, regista e sceneggiatore diventato famoso in tutto il mondo per i film di denuncia contro le multinazionali, le lobby e il governo americano. Troppo modesto Breathed: era già famoso molto prima di Moore, la caratterizzazione psicologica, la "verità", dei suoi personaggi è stata alla pari e forse persino più evoluta rispetto ai grandi maestri Schulz e Watterson.
Il nuovo addio, nelle sue parole, è giustificato così: voglio salvare il mio villaggio. La mia parte scalmanata, quella alla Moore, potrebbe distruggere la poesia di Opus, il piacere dei lettori nel ritrovare il personaggio.
Nell'identificarsi con lui, aggiungeremmo. Chiunque sarà eletto dopo il due novembre, dice, quando apparirà l'ultima tavola, per gli USA si annuncia un periodo davvero nero. Basta sbraitare, non voglio, mi rifugio nel mondo sognante delle favole per l'infanzia (davvero belle e intelligenti, come raccontano in questo articolo su npr.org, dove trovate anche l'onore delle armi di un direttore di giornale che in passato l'aveva cancellato). Possiamo dargli torto del tutto? Siamo un mondo di grida al lupo, giorni cupi ci sono gia stati e si è sempre sperato, ma le chiavi per uscire davvero dall'undici settembre nessuno sembra averle. E del resto, a pensarci, nel nostro piccolo in Italia, quanti tra noi hanno voglia di scappare nella vita privata, prima e dopo le elezioni con governo e opposizione che non ti danno alcuna speranza.

 

Lo stile della chiusura preannunciata? In perfetta coerenza con la storia della striscia. Breathed ha aperto un concorso tra i lettori per immaginare dove finirà Opus. Si vince una donazione di 10.000 dollari per un ente di protezione di cani e gatti. Le tracce, gli indizi sono disseminati negli archivi delle ultime tavole. Il pinguino ha scelto con saggezza, dice Breathed.

Ciao Opus.

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mercoledì, ottobre 15, 2008

HNY di Pia: errata corrige (deviando per David Lynch)

Un altro post su Happy New Year e Mattia Burattin? Beh, questa è una rettifica del dialogo con l'autore. Abbiamo, come si usa dire, fatto un po' di casino sottoponendolo a domande in due, Mattia ci ha messo del suo rispondendo in tempi diversi. Questo post è una continuazione e correzione di quello dedicato alla nascita della striscia.
La pubblicazione di un "errata corrige" è un atto dovuto di serietà nei confronti del lettore e della persona alla quale abbiamo dato voce. E ci divertiamo molto a essere seri. Pia poi ci ha mandato dei disegni, a partire da questo, nominando il file in modo significativo "alt stop fermi tutti". C'era qualcosa da aggiungere e specificare. Si chiacchiera di fumetto e strip con qualche divagazione e scoperta.

 

 

Prima rettifica: avevamo chiesto perché mai nelle mail di distribuzione della strip scrivesse la frase "this is not a funny strip - you are not supposed to laugh". Il discorso poi si è spostato sui termini adoperati in inglese per definire una striscia.

Umberto Randoli gli ha fatto notare:

In realtà credo che la striscia sia proprio la "comic strip" Per il fumetto in genere si usa comic.Il termine cartoon in genere l'ho visto utilizzato solo per gli Editorial Cartoons che sono in genere vignette (ma anche strip) con un carattere di attualità, diciamo le vignette di Vauro o Giannelli. Se vai sul sito di gocomics vedi che anche loro fanno questa divisione. Su Wikipedia si trova la definizione più corretta di tutte per il genere di fumetto di cui si occupa il nostro blog: "newspaper comic strip". Comunque credo che anche in America non abbiano le idee ben chiare. In ogni caso noi siamo "Balloons - Il blog delle comic strip" e quindi per noi la traduzione di striscia è comic strip.

Risposta di Burattin:

Mi sa che hai ragione tu. La beffa di questa storia è che dapprincipio anch'io sapevo che comic significava fumetto in generale (strisce comprese, anzi mi pareva appunto che il termine derivasse storicamente proprio da lì) altrimenti non mi sarebbe venuto in mente il gioco di parole che volevo fare. Poi in preda a strani dubbi feci una ricerca e mi convinsi del contrario. Non ricordo che cosa lessi a favore di tale teoria. Insomma, aveva assolutamente ragione Munari: pensare confonde le idee. E io resto con uno slogan che oramai non posso cambiare!

Che significa" L'antispam risponde per me"?

So che buona parte delle caselle a cui spedisco filtri i miei messaggi: dopotutto la mia operazione ha tutte le caratteristiche dello spam. Un po' mi sento in colpa per l'intasamento che procuro nella posta dei lettori quindi meglio finire.
Poi non è solo l'automatismo dell'antispam: un lettore può anche non avere voglia di leggermi tutti i giorni...Molti non vedono l'ora che arrivi capodanno.

 

 

E se i lettori non ti seguissero con facilità come per HNY? In fondo dedicarsi a un soggetto è come dare un punto di riferimento preciso al proprio pubblico, avere un marchio facilmente identificabile. L'idea di sviluppare una strip magari più complessa come scenario e cast partendo da questa esperienza non ti sfiora? Voglio provare a essere un po' più cattivo: e se mostrassi negli altri generi invece di essere meno "portato"?

Dire che qui, con Happy New Year, i lettori mi seguano con facilità mi pare un azzardo! Fino ad ora è la cosa più ostica e repellente che abbia mai sottoposto a un pubblico. Credo sia un fumetto per pochi (e con questo non mi sto dando delle arie: "pochi" non significa "eletti" o "migliori", significa "non tanti").
Invece, ad esempio, il genere comico è più facile. Il comico mette d'accordo più persone e personalmente mi sento più incline a questo genere. Se questa sensazione si rivelasse un abbaglio tornerò sui miei passi e mi iscriverò a giurisprudenza.
Staccarmi dall'idea di marchio è invece proprio il mio obiettivo. Da un lato per il pubblico ricondurre un nome a un'opera è comodo e pure interessante, ma molto spesso da questo meccanismo parte il marcio del mondo dell'arte (non solo fumetti, ma quindi anche arte figurativa, letteratura, musica, cinema, ecc...), ovvero l'importanza del nome, dell'artista e non delle singole opere. Credo che ogni artista anche dalla lunga carriera, se non vuole evolvere nella malattia mentale, dovrebbe affrontare la sua prossima opera esattamente come fosse un esordiente. Questo permette inoltre una libertà che invece l'attesa del pubblico in un modo o nell'altro limita o influenza. Adoro Pessoa che aveva tipo 28 pseudonimi; apprezzo Moebius che, pur mantenendo pubbliche le sue due identità, ha chiaramente delineato la sua opera; capisco Battiato e i suoi scarti di lato.
(Se uso così tanti punti e virgola è perché, mentre tutti pensano a salvare i panda, nessuno salvaguarda questo adorabile segno).
Sviluppare una strip magari più complessa come scenario e cast partendo da questa esperienza ucciderebbe questa stessa esperienza: il progetto Happy New Year dichiara i suoi intenti sia nel contenuto che nella forma. Mi solletica invece l'idea di creare un universo fantastico coerente (come ha fatto ad esempio Denys Arcand con la sua trilogia): insomma, se mai riprenderò in mano questo personaggio sarà per progetti tangenti se non paralleli, ma queste per ora sono soltanto fantasticherie.